Il Carnevale nella Storia di Savona
di Simonetta Bottinelli
di Simonetta Bottinelli
Il carnevale di Savona ha radici antiche. Sfavillanti veglioni arricchivano le serate di fine Ottocento sebbene, nella memoria savonese, non possa mancare il Martedì Grasso del 1887, il 23 febbraio per l’esattezza, quando “ una tremenda scossa di terremoto , prima in senso sussultorio, poi in senso ondulatorio, svegliò di soprassalto la cittadinanza, cagionando in essa il più grave terrore” ¹. Erano le 6,20 del mattino e parecchi Savonesi si stavano preparando per recarsi al lavoro, altri rincasavano dopo la grande festa vissuta al Teatro G. Chiabrera , altri si erano appena ritirati all’interno delle mura domestiche , altri stavano ancora sognando….
Con i primi anni del Novecento, la festa a Savona si rifà interessante. Citiamo quella del 1908 in cui tra i carri allegorici che sfilavano in Corso Principe Amedeo e Via Paleocapa vinse il primo premio quello che rappresentava il famoso sbarco di Cristoforo Colombo; i suoi creatori portarono a casa , oltre a una soddisfazione inenarrabile anche 500 delle vecchie lire e , per un ligure purosangue, di qualsiasi Riviera esso sia, non è cosa da poco.
Si dovrà arrivare al 1926 per rivedere un Carnevale degno di memoria; forse lo sviluppo della tecnologia nell’industria ha un peso nella sua realizzazione. E’ propria di questo anno, infatti, la grande trasformazione relativa al carico dei vagonetti, divenuti operativi nel 1912.
Non sono più le spalle degli immortali “camalli” a trasportare il carbone proveniente dalla nave, ma viene installato un pontile dotato di quattro potenti gru a benna per lo scarico meccanico diretto delle navi carboniere. Questo sarà per molti decenni un impianto all’avanguardia “invidiato e imitato” da altri scali marittimi .
Tornando al Carnevale, si può affermare che quello savonese diventa storia solamente negli anni Cinquanta ; il fenomeno raccoglie il desiderio della città di lasciarsi alle spalle le brutture della guerra e di ricominciare a vivere e a produrre in tutti i campi economici.
La scintilla di questa agognata rinascita si identifica con il 21 gennaio 1953; Romeo Bevilacqua, su una prestigiosa pergamena, firma l’Atto di Nascita della sua creatura; il documento viene controfirmato da Renzo Aiolfi e dal Sindaco di allora Andrea Aglietto. Il 18 dicembre 1955 Cicciolin diventa ufficialmente una maschera italiana e viene affidato con atto notarile alla custodia della nostra Associazione “A Campanassa”.
La cerimonia, ripresa in televisione, è realizzata alla presenza delle altre maschere italiane e del pittore Eso Peluzzi: nasce un mito.
La Maschera mette in luce pregi e difetti dei suoi concittadini ; Bevilacqua sostiene che “ Cicciolin è sulla sessantina… robusto eppur aitante …Viso tondo dai tratti regolari, tutto incorniciato da una barbetta corta del colore della stoppa : senza baffi, sopracciglia folte e scure … Sguardo spesso ammiccante… Vanta la prediletta pretesa di stretto legame con Cristoforo Colombo. Educato da ecclesiastici collegiati , fu pignattaro prima e ceramista poi …… parla dialetto savonese …² “
Cicciolìn deriva da “ cicciollu” : budello, parte anatomica maschile” sottolineano il Frisoni e il Bixio, sulla stessa linea il Gismondi: ” parola bassa con cui si indica il membro “,” sanguinaccio e, ironicamente, il Savonese,” aggiunge G. B. Nicolò Besio che, tra l’altro, sembra aver fornito indicazioni storico – folkloristiche a Romeo Bevilacqua per la realizzazione del suo personaggio.
Le sorelle Sguerso sono molto precise nelle loro indicazioni : ” … Il cicciollu è l’intestino tenue di bovino, ripieno di sangue rappreso, raccolto dalla macellazione dei bovini, ovini e suini, misto a pezzetti degli avanzi del lardo fuso per far strutto detti – ciccioli- in italiano antico.
A Savona, dopo la distruzione del porto del 1528 da parte dei Genovesi, con conseguente arresto dei traffici e relative disoccupazione e miseria, i trippai, per poter accontentare i portuali, che disponevano di pochi centesimi per la colazione, costruirono i cicciolli con materie usualmente gettate ai cani o disperse”.
Per disprezzo e per infliggere un’ulteriore umiliazione, i Genovesi daranno ai Savonesi il soprannome di “Cicciolli” e, con orgoglio, i “Vinti “ si autodefiniranno “Ciciulè” per sottolineare la lotta intelligente agli scherzi del Destino e la loro indiscussa arte dell’arrangiarsi ; dallo stesso etimo nascerà il nome di Cicciolìn.
E ritorniamo al 1953 ; in questa data anche i commercianti savonesi diedero il loro concreto contributo per la manifestazione, fu eletto un Comitato di cui facevano parte: Renzo Aiolfi, Romeo Bevilacqua, Giovanni Acquaviva e persino il grande e indimenticabile Sandro Pertini.
La Maschera esce per la prima volta in società il 24 gennaio 1953 ; il tutto è documentato dai giornali d’epoca. Cicciolin , partito da Finale Marina ,” giunto nelle acque savonesi, fu salutato da un colpo di cannone seguito, a breve intervallo, da altri 20 : lo Yacht reale è scortato da due rimorchiatori …..” ³.
I giornali parlano anche di una folkloristica banda la “Rumpe e Streppa” che accompagna Sua Maestà Cicciolin. La giovane Maschera tocca terra al saluto della nostra “Campanassa”, la stessa campana che ancora oggi domina dall’alto della Torre del Brandale e sistemata ivi dal Consiglio Grande nel lontano 1933.
Cicciolin “ che interpreta un marinaio, lascia ogni anno la sua città per viaggiare intorno al mondo e tornare puntualmente a casa la prima domenica di Carnevale”⁴, poi, come da consuetudine, viene insignito delle chiavi della città e dello scettro dorato : simbolo del suo potere nel periodo carnascialesco.
Dal 1953 al 1960 ,con una interruzione datata 1957, grandi cortei e fastosi carri resero orgogliosa Savona. Il 1960 segna la fine dell’entusiasmo e dell’epoca d’oro del Carnevale Savonese.
Ritornando agli anni Cinquanta, però, la città tutta aveva partecipato gioiosa alla rinascita del Carnevale . Amo citare il “Caffè Euterpe” che nasce nel 1938 ristrutturato dal nipote del vecchio Cügèn : il Litto. Egli, ammodernando in Via Niella, adiacente alla” Ciassa d’u Cillu” ( l’attuale Piazza Giulio II), l’osteria del nonno, parente d’origine quilianese come dice il soprannome, permetteva la nascita di un complesso che sarà protagonista del Carnevale Savonese degli anni Cinquanta.
Ricordiamo tra i membri del gruppo : Federico Prato detto “Maronetto” , dalla voce calda baritonale, Nino Paschetta, Eugenio Dobougerl, Giuseppe Scarrone, mandolinisti eccezionali, Mario Volta, violinista di pregio, Francesco Maffei, ottimo chitarrista. Si aggiungeranno poco tempo dopo altri elementi con maracas, tamburelli, campanelli ecc. ad arricchire il complesso.
I musicisti si riuniranno all’Euterpe per provare e , dai frequentatori del locale e dalla loro stizza :” per favore, basta, date veramente fastidio !” nascerà il loro nome :”La Fastidiosa”. Al neo- complesso sarà affidato il compito di intonare l’Inno del Carnevale” all’arrivo di Re Cicciolin in Piazza Sisto IV nel lontano 1953.
P.S.
Volevo farvi notare che, se non fosse stato per un mio compaesano di “Chigèn” ( e non Cügèn come dicono i Valleggini), il 1953 Savonese non avrebbe avuto la stessa fama e Cicciolìn la stessa meritata, regale, musicale accoglienza !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Note
BIBLIOGRAFIA